Julio Cortázar, Rayuela

Che cos’è la “rayuela”? È un gioco: in Italia è conosciuto come “campana” o “gioco del mondo”. Si disegnano alcuni riquadri per terra, generalmente col gesso, si tira un sassolino, si salta, si conta, e il gioco è fatto.

Questo semplice gioco infantile rappresenta una grande occasione per un narratore: non è forse la narrativa fatta di storie che si combinano, di possibilità mancate, di sliding doors? Rayuela è una grande opera, argentina e francese, scritta da un autore intriso di entrambe queste culture. È la storia di un amore inseguito, perduto e ritrovato. È la storia incompiuta che si completa attraverso altri capitoli che l’autore suggerisce di non leggere.

È, in fondo e al principio, uno dei più grandi giochi narrativi del Novecento mondiale, scritto da un autore erede della tradizione surrealista, intriso di esistenzialismo e di una spolverata di «real maravilloso» (come avrebbe detto Alejo Carpentier).

A pieno diritto Julio Cortázar viene paragonato a Jean-Paul Sartre, a Jorge Luís Borges. Vicino ai surrealisti e ammiratore di Roberto Arlt ha esplorato molti generi e rivoluzionato in maniera ancora oggi insuperata la scrittura del Novecento.

Rayuela è un romanzo che si può leggere in tre modi diversi:

  • in modo lineare: dal primo capitolo all’ultimo;
  • nella sequenza che l’autore propone, saltando avanti e indietro, seguendo la numerazione alla fine di ogni capitolo;
  • secondo un ordine del tutto casuale (per immaginare nuovi percorsi di significato).