
Scrittore, poeta, uomo politico greco, Kazantzakis nacque a Creta nel 1883.
A quel tempo l’isola, sotto il dominio della Turchia, era teatro di frequenti tensioni sociali e politiche, che sfociavano in sommosse popolari. Il padre di Nikos Kazantzakis, commerciante, prese parte, come molti altri cretesi, al movimento indipendentista.
Nel 1902 Nikos si trasferì prima ad Atene, per studiare legge e poi, nel 1907, a Parigi, dove seguì le lezioni di Henri Bergson. Nella capitale francese, il giovane Kazantzakis entrò in contatto con la filosofia di Nietzsche, da cui rimase profondamente influenzato.
La conoscenza di Bergson e Nietzsche verrà espressamente richiamata in quella che è forse l’opera più celebre di questo autore, Zorba il greco. Dopo aver fatto ritorno in Grecia, Kazantzakis si dedicò alla traduzione di opere filosofiche. Nel 1911 sposò la scrittrice Galatea Alexiou.
Il primo lavoro narrativo risale al 1906 e consiste del romanzo Όφις και Κρίνο pubblicato sotto lo pseudonimo di Karma Nirvami. Nel 1910, dopo gli studi parigini, scrive la tragedia Ο Πρωτομάστορας (Il capomastro), basata su un racconto popolare greco.
Odissea, poema pubblicato nel 1938, composto da 33.333 versi divisi in 24 canti è un’opera a cui Kazantzakis lavorò per quattordici anni e che vide la luce a seguito di sette stesure. Tradotta in diverse lingue (fra cui inglese, spagnolo, francese, tedesco, svedese), la Odissea di Nikos Kazantzakis vede finalmente la luce anche in italiano, in versione integrale (dopo alcune traduzioni parziali) nel 2021, grazie al lavoro sia editoriale che di traduzione di Nicola Crocetti.
Nel dopoguerra Kazantzakis pubblica una serie di romanzi che rimangono tra le sue opere più famose. Questi includono Zorba il Greco (1946), Cristo di nuovo in croce (1948), Capitan Michele (1950), L’ultima tentazione (1951), pubblicato dapprima in Germania a causa della difficoltà a trovare un editore in Grecia e Il poverello di Dio, basato sulla vita di Francesco d’Assisi, Rapporto al Greco, traduzione di Nicola Crocetti, Milano: Crocetti Editore (collana Aristea 7), 2015
Le trasposizioni cinematografiche Colui che deve morire, 1957, tratto da Cristo di nuovo in croce per la regia di Jules Dassins ma soprattutto Zorba il Greco, 1964, di Michael Cacoyannis portano il lavoro di Kazantzakis all’attenzione del pubblico internazionale. Il film L’ultima tentazione di Cristo, diretto da Martin Scorsese, riesce ancora, nel 1988, a suscitare lo scandalo di alcuni gruppi religiosi in America.
Viene sepolto a Heraklion.
L’epitaffio sulla sua tomba recita:
Δεν ελπίζω τίποτα, δε φοβούμαι τίποτα, είμαι λέφτερος.
Nikos Katzanzakis
Non mi aspetto nulla. Non temo nulla. Sono libero.





