Descrizione
Sono pesi queste mie poesie,
pietre spinte lungo una salita.
Le porterò stremata
allo strapiombo.
Poi cadrò, viso nell’erba,
non avrò lacrime abbastanza.
Smembrerò la strofa
scoppierà in singhiozzi il verso
e si pianterà nel palmo
con dolore anche l’ortica.
L’amarezza di quel giorno
tutta trasmuterà in parola.
[1981]
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Chi sono io?
Di chi gli occhi quando guardo nel mondo?
Di amici, familiari, belve, alberi ed uccelli?
Di chi le labbra per bere rugiada
dalla foglia caduta sulla strada?
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Di chi le braccia per stringere
il mondo, così fragile, indifeso?
La voce è persa in quella di tormente,
campi, diluvi, boschi e notte.
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Chi sono, in tutto questo, io?
Dove cercare in me?
E come dar risposta a tutte
queste voci, alla natura?
[1982]
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Tutte le lettere di questo appunto
preso in fretta che è la mia vita
sono stelle sparse.
Tutti i giorni scuri che mi aspettano
già fissati innanzi, ora.
Tutti i miei successi, i fallimenti
stanno lì, ciascuno un grido
che uno sparo sfiora.
[1983]
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(Da Nika Turbina, Sono pesi queste mie poesie, cura e traduzione di Federico Federici, Via del Vento edizioni, 2008)